Nei giorni precedenti la Quaresima trovai nello studio una bella risma di carta che pensavo di avere smarrito. La portai a casa con l’idea di farci qualche disegno, ignaro di quello che di lì a poco sarebbe accaduto. Allo studio mi avevano staccato la luce per una bolletta “ballerina” mentre a casa mi chiusero l’acqua forse per un’altra, più “ballerina” della prima. Dico questo per dire che era un momento difficile e che questi due disagi erano solo gli effetti collaterali di più profonde fatiche. Presi un grande foglio e lo stesi sul tavolo, vicino stavano delle chine Sonnelier che mi avevano da poco regalato ed una bacchetta per incisione che è sempre stata nelle “mie cose”. Con una modalità che non avevo mai usato iniziai a disegnare, con la china prima e con la bacchetta dopo, dei volti. Poi altri e altri ancora. Poi comparve il volto di Gesù. Poi dopo altri, ancora Lui.
Disegnavo come se mi trovassi sul Calvario proprio quel Venerdì, ed ognuno dei tanti presenti si lasciava ritrarre. Da quel giorno ho fatto circa 80 “ritratti”, fino al Lunedì dell’Angelo. Poi più niente. Ciò che doveva essere fatto lo avevo fatto.
Nella sezione video, la slide “I volti della passione” racconta, meglio di tante parole, questo “sprofondamento” nel mistero del dolore. Questo essere, in ruoli diversi, ancora presenti sul Calvario di tutti i giorni.
China, cenere e binder su carta, cm.70x101