…”E il naufragar m’è dolce in questo mare”, così termina una delle mie poesie preferite di Giacomo Leopardi, l’Infinito. Anch’io, spesso d’inverno, sento il richiamo di stringermi e naufragare nelle mie solitudini. Questo ciclo di opere narra di queste sospensioni solitarie, di queste sfumature, delle molte vite in una sola vita, dove l’uomo vestito di cenere si fonde con il paesaggio, fatto anch’esso della sua stessa sostanza.
“Così tra questa immensità s’annega il pensier mio”.
Nella sezione video la slide “Humanitas” sfoglia le pagine di questi pensieri.
Acrilico, cenere e colla su tele di varie dimensioni.